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| Espiantare i polmoni malati di cancro al paziente, collegato a macchine che gli consentono di continuare a respirare, bombardare selettivamente le cellule maligne e reimpiantare gli organi nel torace. Un'innovazione che consentirà di evitare al malato pesanti cicli di chemio e radioterapia. Le cure raffinano le tecniche, ma richiedono anche politiche di prevenzione più incisive. I nemici del polmone, infatti, non sono solo i tumori. Questi miracoli di madre natura danno ossigeno e vita a tutti gli altri organi e se non vengono salvaguardati spalancano la porta a numerose altre patologie.
Il monito viene da Leonardo Fabbri, direttore della Clinica di malattie dell'apparato respiratorio e del Dipartimento di oncologia, ematologia e malattie respiratorie al Policlinico che lavora con l'Università di Modena e Reggio Emilia. Medico, ricercatore, revisore e membro del comitato editoriale delle più importanti riviste del suo campo e autore di più di 300 pubblicazioni che hanno fatto scuola, per l'affidabilità vagliata dall'alto grado di «impact factor», l'indice internazionale del numero di citazioni.
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